Luvcat
artist profile
Luvcat è romanticismo, pericolo, evasione e buon vecchio rock’n’roll. La sua ascesa è stataentusiasmante e immediata come le canzoni stesse: storie di amori sbagliati e fantasie contorte, chehanno visto il suo fedele seguito aumentare di giorno in giorno. Cresciuta con una dieta a base di Nick Cave e Cabaret, The Cure e The Rat Pack, Luvcat ha da sempreportato avanti la stessa passione per il gotico e il glamour. Ricorda di aver “sempre voluto essere unaballerina del Moulin Rouge”, ma anche che il suo mondo si è capovolto quando ha visto per la primavolta il video di “Lullaby” dei Cure. “La sua essenza ha influenzato tutto il mio cervello da allora”, dice. Nel primo singolo, “Matador”, si manifesta sotto forma di un racconto folk gotico e curioso che narra lastoria di un amore distruttivo. “Ogni volta che ero a Liverpool, sentivo il suo odore; sapevo quando eralì”, ricorda Luvcat a proposito dell’uomo in questione. “È stato tumultuoso ma stimolante. L’ho visto alKazimier Garden e, mentre se ne andava, aveva una giacca tipo bolero spagnolo e ho riportato la parola’Matador’ nel mio telefono. Il giorno dopo ho scritto la canzone”.In effetti, è questo tipo di incontri e tentazioni che alimentano l’oscuro mondo vaudevilliano di Luvcatnel suo complesso. “Mi piace il tipo di amore senza speranza, in cui ci si prende una pallottola perqualcuno”, dice. “Il cuore pulsante di tutta questa storia è il sesso, l’amore e la stranezza;l’innamoramento e le cose folli che accadono lungo la strada”.
“Love and Money” strizza l’occhio a una conversazione tra la cantante e un ex amante, in cui si scherzava sulla possibilità di fare un video hard per finanziare le loro avventure. Anche la sua prima incursione su TikTok (una piattaforma che ora ha abbracciato completamente Luvcat, al punto che il secondo singolo “He’s My Man” è stato quasi richiesto dai suoi follower) è stata solo un mezzo per postare alcuni filmati ritrovati delle telecamere a circuito chiuso che ritraevano Luvcat mentre si riuniva con una ex fiamma, ballando – vino rosso in mano – su “That’s Life” di Sinatra.
I fan, tuttavia, hanno fatto una scelta intelligente. “He’s My Man” – una ballata omicida e bruciante chenon assomiglia a nient’altro nella sfera della musica moderna – distilla il senso di desiderio eterno esenza tempo di Luvcat in quattro minuti di archi struggenti e necessità femminili; di come, cosìfacilmente, ‘l’amore può diventare ossessione’. “Ovviamente sono una donna forte e indipendente -naturalmente!”, dice ridendo. “Ma l’amore eterno, quello dei vecchi film in bianco e nero, mi manca”.Fermandosi a suonare un set intimo nel leggendario jazz bar sotterraneo del ristorante Piccadilly allafine di settembre, Zedel ha segnato l’ultimo di una serie di primi concerti tipicamente movimentati – etipicamente pieni di gente – per i Luvcat. I loro debutti a Liverpool e a Londra hanno registrato il tuttoesaurito in circa quattro minuti. Nel primo caso, Luvcat è stata accolta da non uno ma ben tre ex che lafronteggiavano dalla folla; nel secondo, guardando da sotto un cappello a cilindro, ha visto un altro examante che cercava di entrare dalle scale.